Michael N. era un giovane di Bolzano, che aspirava ardentemente di diventare ministro di Dio. Era rimasto fortemente impressionato della grandezza spirituale dei Gesuiti, che in quel tempo in America Latina si facevano trucidare in nome della giustizia e del diritto. Nel 1982 Michael si reca in Bolivia con l’intento di diventare missionario gesuita. Sette anni dopo con un atto dinamitardo distrugge il monumento a Kennedy a La Paz e compie un attentato contro una caserma dei Marines nel quale muore un militare. Nel 1990 Michael è il capo di un gruppo di guerriglieri che sequestra il presidente della Coca Cola boliviana. Si trattava di una azione suicida, e lui ne era perfettamente conscio. Alcuni giorni dopo venne crivellato dai colpi di un commando della polizia boliviana. Con Michael morirono anche l’ostaggio sequestrato e quasi tutti i suoi compagni guerriglieri. È il periodo subito dopo la caduta del muro di Berlino e della fine dell’era delle ideologie. La storia di Michael ci sembra la triste apoteosi di una tradizione eroica che era iniziata trenta anni prima con i movimenti rivoluzionari dell’era moderna. Neanche dieci anni dopo si presenta in Europa una nuova generazione di giovani ben preparati, pieni di idealismo, provenienti dai ceti medi fortemente decisi a combatte il capitalismo. Anche questa generazione è fortemente animata da spirito religioso. I nuovi islamisti sono nati in occidente e combattono la loro guerra di religione nelle grandi città occidentali dove sono nati e cresciuti. Il documentario segue le orme di Michael che morì come martire rivoluzionario seguendo l'esempio del Cristo in croce e si pone la domanda sul motivo che spinge dei giovani a morire per un ideale politico e religioso.
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"Il Cammino del guerriero" convinceva in tutti sensi. In stile virtuoso, film come questi raccontano grandi storie che mirano al cuore della societá tedesca." Frankfurter Allgemeine Zeitung 24.1.08
"Pichler racconta in un tono molto personale, rimane molto vicino al suo protagonista e racconta come uno si allontana dalle sue radici nel cammino verso se stesso." Süddeutsche Zeitung, 8.9.08
"Un film veramente insolito..." Der Spiegel-Online, 8.9.08
"Pichler riesce a delineare un ritratto impressionante, ne moralizzante ne glorificante..." Wochenzeitung -Zurigo, 4.2.08
"Usato in maniera giusta, questo film potrebbe fungere da ponte tra le culture..." Frankfurter Allgemeine, 8.9.08
suono: Stefano Bernardi
montaggio: Marzia Mete
in coproduzione con: Filmtank Hamburg (D), Dschoint Ventschr Filmproduktion (CH)
in collaborazione con: ZDF, ARTE, DRS, RAI Sender Bozen
con il contributo di: Filmförderung Hamburg, BKM, Züricher Filmstiftung, Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige
Festival 2008: Premio Max Ophüls (D), Doclisboa (P), Docs-Barcelona (E), Mostra Int. de cinema San Paolo (BR), Solothurner Filmtage (CH), Al Jaziera Film Festival (QT), Bellaria Film Festival (I), Annecy Festival Cinéma Italien (F), Kassel Dokfilmfestival (D), Innsbrucker Film Festival (A), Filmtage Bolzano (I)
Premi: Prix spécial du jury (Annecy), Premio Anteprima Doc, Premio UCCA (Bellaria), Premio del publico (Bolzano), Nominazione Premio Max Ophuls (Saarbrücken)
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